Il quadro del Giovanni Battista di Caravaggio l ho visto per la prima volta alla mostra delle Scuderie del Quirinale ed e’ stato amore a prima vista, credo di essere rimasta davanti a quel dipinto per almeno 20 minuti immobile con la gente dietro di me che reclamava il proprio turno. E’ difficile da spiegare, per chi non l ha mai visto dal vivo, e’ la perfezione! I colori dell incarnato cosi’ reali, le forme armoniose del corpo che si staccano completamente dallo sfondo scuro , il volto assonnato , il drappo di quel rosso cosi’ ricco e corposo che viene voglia di toccarlo, la luce cosi’precisa e definita che illumina quel corpo cosi’ perfetto nelle proporzioni. La cosa bella e’ che tutto ha un senso in quel quadro, anche il minimo accenno di forma e colore..pazzesco! Dopo questo trip mentale ho deciso di realizzarne un falso.
Tim voleva affrontare l argomento flesh tones a studio, cosi’ abbiamo iniziato la nostra avventura. Devo dire che, inizialmente, avevo solo una vaga idea di cosa potesse significare realizzare la copia di un quadro cosi’ complesso . Abbiamo iniziato con un disegno a carboncino su carta celeste, il disegno e’ stato poi trasferito , a grandezza originale, su tela di lino con una griglia.
KEEP THE EDGES SOFT e’ stata la frase piu’ ricorrente, Tim mi ha indirizzata verso un percorso di studio, direi, accademico. Sono stati preziosi i suoi consigli, la sua esperienza e la sua pazienza(perche’ con me ce ne vuole tanta).
Ho imparato a realizzare il colore dell incarnato, il chiaro scuro e la tecnica wet to wet, cioe’ utilizzare i colori su una superficie “bagnata” da un colore di base abbastanza diluito con olio di noce, questo permette(almeno da quello che ho appreso) di avere nel complesso un effetto uniforme tra sfondo e oggetto o soggetto del quadro, utilissimo direi to keep the edge soft.
C’e’ molta strada da fare ancora e molto da imparare…grazie Tim !!
Michela Ragusa
Novembre, 2011 Rome